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Orrori in digitale: la Loudness War e il disco più rumoroso di sempre

Giu202017
Casa del VinileCuriosità

Vi è mai capitato di comprare un cd e di pensare “wow, come si sente bene questo cd”?

Magari è una ristampa di qualche grande classico, oppure una nuova super produzione. Oddio, ad oggi i cd che si vendono sono sempre di meno, ma se avete più di 25 anni forse sapete di cosa sto parlando.

Certo, sicuramente le tecnologie del digitale hanno permesso una miglior resa sonora, certamente i nuovi master a 24 bit garantiscono risultati stellari. Oppure è a causa della Loudness War.

Che cos’è la Loudness War?

Da sempre i discografici puntano a rendere i dischi di maggior appeal per l’ascoltatore. Fin dai tempi del vinile, miglior qualità sonora significava avere un prodotto più appetibile per i consumatori. Il “problema”, che non è un problema ma una virtù, è che il vinile non permette sbalzi di volume né compressioni eccessive, se non a fronte di un drastico abbassamento della qualità, a causa della grandezza fisica dei solchi del disco che non può superare una certa dimensione.

Ma il cd è una serie di 0 e di 1, e di grandezze fisiche non ne conosce. Ecco allora l’idea: aumentare il volume delle tracce con nuovi master e nuove edizioni, in modo da far sembrare le nuove versioni migliori. Peccato però che l’escursione sonora del cd non sia illimitata e oltre una certa soglia, l’audio va in clip e distorce (e la distorsione digitale è l’effetto più sgradevole del mondo). Ecco quindi che le tracce vengono compresse e i picchi tagliati, andando sì ad aumentare il volume complessivo, ma anche andando a limitare drasticamente la dinamica delle canzoni (la differenza di volume cioè tra le parti maggior tranquille e quelle più “rumorose” di un brano), appiattendo di conseguenza l’esperienza di ascolto e rendendo le canzoni sempre più un unico, densissimo file audio, quasi inascoltabile.

L’effetto è talmente drastico da essere visibile al solo occhio nudo:

Le due tracce qui sopra sono due diverse versioni di Bollicine di Vasco Rossi: la prima è l’originale del 1983, quella sotto la versione rimasterizzata nel 2003 (dalla raccolta “Sarà migliore”), 20 anni di Loudness War dopo.

Ad oggi forse, l’album “più rumoroso della Storia” è Raw Power degli Stooges, nel remix fatto dallo stesso Iggy pop nel 1997: il disco raggiunge la soglia di -4 dbFS, valori che ancora oggi son difficili da ottenere.

Qual è la conseguenza? Che album più rumorosi e con meno dinamica diventano più difficili da ascoltare, andando a stancare rapidamente le orecchie del fruitore. Rendendo quindi l’esperienza dell’ascolto più frustrante e meno appagante.

Le soluzioni sono due: o andare a scovare i dischi che rifiutano questa “guerra del volume” o magari tornare a un ascolto migliore, più sano e capace di valorizzare la Musica. Tornare al vinile.

Category: Casa del Vinile, CuriositàGiugno 20, 2017
Tags: bollicinecddisco più rumorosoiggy poploudness warmasteringraw powervasco rossivinile
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Author: Riccardo De Stefano

Romano, classe 1987. È il Direttore di ExitWell, freepress magazine sulla musica alternativa. Scrive di Musica anche altrove (come su Classic Rock Italia) e organizza cose con il MEI (Meeting degli Indipendenti) e tiene workshop sul mercato discografico con ADASTRA.

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