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30 gennaio 1969: l’ultimo concerto dei Beatles sul tetto della Apple

Gen302018
Curiosità

Il 30 gennaio 1969 i Beatles si ritrovano sul tetto della Apple per l’ultimo, storico, leggendario concerto dal vivo insieme.

Era dal 29 agosto del 1966 che i Beatles non si esibivano dal vivo. Tre lunghi anni densi di dischi, lavoro in studio ed esperienze, che avevano consacrato la band come una Leggenda contemporanea.

Nel 1969 però le cose non andavano benissimo: la morte nel 1967 di Brian Epstein, loro manager, aveva minato la solidità economica e personale della band; non solo, George Harrison aveva maturato capacità compositive che si sentivano strette tra gli output musicali del geniale duo Lennon – McCartney, iniziando a fare frizione e a causare malcontento. In più, il consumo di droghe – dalla sola marijuana provata per la prima volta con Bob Dylan al largo consumo di acidi, che aveva condizionato la scrittura e le visioni musicali di brani come “Strawberry fields forever” o “I am the warlus” – incominciava a minare alla base il carattere dei singoli musicisti.

In questo panorama, fa strano pensare ai Beatles ancora come una band unita – nonostante “The Beatles” fosse il vero titolo del leggendario White Album, realizzato dopo la fallimentare esperienza a Rishikesh con il Maharishi Mahesh Yogi. Il White Album, anno 1968, infatti si presentava quasi come una raccolta di brani dei singoli beatle riuniti sotto un nome maggiormente vendibile.

Per cercare di recuperare lo spirito di un tempo e una stabilità interna, nel gennaio del 1969 i quattro di Liverpool decisero di riprendere tutte le sedute di prova e registrazione del loro nuovo album, momentaneamente intitolato “Get back”. l’idea, encomiabile e coraggiosa, si rivelò fallimentare: le tensioni interne erano altissime, spesso sfociando in conflitti manifesti (come quando Harrison sbotta contro le richieste di McCartney nell’eseguire una parte in un determinato modo), e l’essere attorniati dalla troupe (e dalla sempre presente Yoko Ono) non contribuì certamente.

A coronamento del film documentario, il 30 gennaio i Beatles decisero di tenere un concerto a sorpresa, dopo, appunto, 3 anni dall’ultima data. Dopo aver brevemente e assurdamente pensato a suonare alle Piramidi in Egitto o in un vulcano hawaiano, decisero per la più comoda, pratica e iconica sede della Apple, sul tetto del palazzo.

Faceva freddo a Londra, ovviamente. Per questo Lennon e Ringo presero in prestito le pellicce dalle loro mogli. Il palcoscenico e la strumentazione furono portate in fretta e furia sul tetto dagli studi, riuscendo a risolvere il problema dei volumi (doveva sentirsi fino in strada) e del vento, che avrebbe creato problemi nei microfoni (racconta un giovane Alan Parsons, ins eguito rockstar di successo, come risolse il problema usando calze da donna come filtro).

All’ora di pranzo, i Beatles iniziano a suonare insieme dal vivo per l’ultima volta. Ed è magia. I quattro sembrano divertirsi, lontano dalle folle urlanti, quasi come fossero i vecchi giorni al Cavern. Una performance compatta e di solido rock’n’roll senza i troppi fronzoli in studio, un back to basis per tornare a fare musica per puro divertimento.

 

“Fu molto strano perché non c’era pubblico – commentò McCartney nel The Beatles Anthology – stavamo praticamente suonando per nessuno, per il cielo, il che era piuttosto piacevole”.

 

Nei 42 minuti di esibizione, eseguirono 5 take di “Get back”, due di “Don’t let me down”, poi abbandonate perché Lennon non riusciva a ricordarsi le parole, più frammenti di altri brani come “I want you (she’s so heavy)”, poi ripresa e allargata per “Abbey road”. A seguito delle proteste per il volume e per il traffico generato dalle persone accorse a vedere l’esibizione, la polizia intervenne bloccando lo spettacolo non autorizzato. A conclusione dello show, Lennon salutò il pubblico, ringraziando i presenti e chiudendo con “speriamo di aver passato l’audizione”.

“I’d like to say thank you on behalf of the group and ourselves, and I hope we passed the audition.” – John lennon

Il progetto di “Get back” fu messo da parte, in favore di un ultimo vero lavoro in studio collettivo, il celebratissimo “Abbey Road”. Solo nel 1970 il materiale registrato dalla band in quel gennaio fu ripreso e elaborato da Phil Spector (non senza critiche da parte di George Martin e Paul McCartney) e pubblicato come “Let it be”, a band ormai di fatto sciolta. Dell’esibizione sul tetto della Apple, apparvero su disco le take complete di “I’ve got a feeling”, “One after 909” e “Dig a pony”, a imperitura memoria di quell’ultima storica performance.

Pochi mesi dopo, nel settembre del 1969, dopo l’uscita di “Abbey Road”, Lennon comunicherà la sua intenzione di lasciare la band. Il documentario “Let it be” arrivò nei cinema nel 1970, senza mai avere una vera pubblicazione ufficiale dopo quell’unica volta e rimanendo ancora oggi inedito formalmente.

Forse, col senno di poi e vedendo comunque il coinvolgimento dei 4, i Beatles avrebbero potuto continuare insieme la loro carriera se solo avessero avuto modo di continuare a suonare dal vivo. Ma queste son solo supposizioni.

Category: CuriositàGennaio 30, 2018
Tags: abbey roadapplebeatlesconcertconcertoget backharrisonlennonlet it bemccartneyrooftopstarrtetto
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Author: Riccardo De Stefano

Romano, classe 1987. È il Direttore di ExitWell, freepress magazine sulla musica alternativa. Scrive di Musica anche altrove (come su Classic Rock Italia) e organizza cose con il MEI (Meeting degli Indipendenti) e tiene workshop sul mercato discografico con ADASTRA.

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